lunedì 26 agosto 2013

Sant'Oronzo

Pubblicato da santamariadelcarmine alle lunedì, agosto 26, 2013
Nel porgere i migliori auguri al nostro parroco don Oronzo in occasione del suo onomastico, scopriamo la storia che si cela dietro la figura di sant'Oronzo:

Venerato patrono di Lecce, s. Oronzo è affiancato dai santi Giusto e Fortunato e insieme vengono commemorati il 26 agosto. Le prime notizie che riguardano questi santi sono tratte da un’antica pergamena del secolo XII, oggi scomparsa.
Giusto, discepolo di s. Paolo, era in viaggio verso Roma, quando una forte burrasca del mare fece naufragare la nave sulle coste della Penisola Salentina; qui incontrò due cittadini di Lecce, Oronzo e Fortunato, zio e nipote e li convertì al cristianesimo. Secondo la tradizione lo stesso s. Paolo, nominò Oronzo primo vescovo della città, qui le notizie diventano più lacunose, i tre santi si misero a predicare il Vangelo e convertire i pagani idolatri e andati nella città di Lecce, arditamente fecero a pezzi la statua di Giove che stava nel suo bellissimo tempio, allo stesso modo dopo pochi giorni ruppero a pezzi la statua di Marte posta fuori la città.
Non è certo se è per questi episodi o altro, che Oronzo fu martirizzato con l’ascia, durante la persecuzione di Nerone, stessa sorte toccò a Fortunato che gli era succeduto nella carica di vescovo, ed a Giusto.
Il culto per questi martiri è antichissimo sia a Lecce che nell’Italia Meridionale; solo nel 1658 la festa li vede accomunati tutti e tre, in precedenza il culto era singolo per ognuno, i Martirologi Romano e Geronimiano nominano vari Fortunato e Giusto ma con grande incertezza se sono gli stessi venerati a Lecce.
S. Oronzo o Oronzio invece ha avuto un culto più ampio e la devozione dei fedeli si è molto diffusa specie in Puglia e Basilicata ( a Potenza è chiamato Aronzo), i leccesi gli danno merito di aver preservato la città dal contagio della peste del 1656 che imperversava in Napoli e in tutto il vicereame.
E’ oggetto di molte opere d’arte tipiche del barocco leccese, compreso delle guglie, sempre raffigurato con abiti vescovili, il pastorale e ai piedi i resti degli idoli da lui infranti.

(FONTE: santiebeati.it)

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