giovedì 4 ottobre 2012

San Francesco d'Assisi

Pubblicato da santamariadelcarmine alle giovedì, ottobre 04, 2012
Oggi la Chiesa Cattolica celebra la figura del Patrono della nostra cara Italia il cui nome è sinonimo di fervente amore per Cristo e per i suoi piccoli: San Francesco d'Assisi. Egli, ancora oggi, non smette di stupire l'animo umano, di sconvolgerlo con pesanti interrogativi sulla propria fede e sul percorso intrapreso alla sequela di Gesù. 
L'invito a riflettere è a tutti noi rivolto e la testimonianza della sua conversione possa spingerci a comprendere la forza dell'amore di Cristo che ci chiama a seguirLo: 

"Un crescente senso di compassione che gli ispiravano i deboli, i reietti, gli ammalati, gli emarginati colpì Francesco, un uomo fino ad allora ricco: questa compassione si sarebbe trasformata poi in una vera e propria "febbre d'amore" verso il prossimo.
Nel 1204-1205 provò a partire per la quarta crociata: si trattava di raggiungere a Lecce la corte di Gualtieri III di Brienne, per poi muovere con gli altri cavalieri alla volta di Gerusalemme. Partecipare come cavaliere ad una crociata era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani d'Occidente. Tuttavia, giunto a Spoleto, si ammalò nuovamente. Avrebbe raccontato in seguito di essere stato persuaso da due rivelazioni notturne: nella prima egli scorse un castello pieno d'armi, ed udì una voce promettergli che tutto quello sarebbe stato suo. Nella seconda sentì nuovamente la stessa voce chiedergli se gli fosse stato «più utile seguire il servo o il padrone»; alla risposta: «Il padrone», la voce rispose: « Allora perché hai abbandonato il padrone, per seguire il servo? »
Dopo questo sogno, Francesco rinunciò al proprio progetto e tornò ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Si ritirava molto spesso in luoghi solitari a pregare. Un giorno a Roma, dove venne mandato dal padre a vendere una partita di merce, non solo distribuì il denaro ricavato ai poveri, ma scambiò le sue vesti con un mendicante e si mise a chiedere l'elemosina davanti alla porta di San Pietro.
Anche il suo atteggiamento nei confronti delle altre persone mutò radicalmente: un giorno incontrò un lebbroso e, oltre a dargli l'elemosina, lo abbracciò e lo baciò. Come racconterà lo stesso Francesco, prima di quel giorno non poteva sopportare nemmeno la vista di un lebbroso: dopo questo episodio, scrisse che « ciò che mi sembrava amaro, mi fu cambiato in dolcezza d'anima e di corpo »
 (dal Testamento di san Francesco, 1226)

Ma è nel 1205 che avvenne l'episodio più importante della sua conversione: mentre pregava nella chiesa di San Damiano, raccontò di aver sentito parlare il Crocifisso, che per tre volte gli disse: «Francesco, va' e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina».
Dopo quell'episodio, le "stranezze" del giovane si fecero ancora più frequenti: Francesco fece incetta di stoffe nel negozio del padre e andò a Foligno a venderle, vendette anche il cavallo, tornò a casa a piedi e offrì il denaro ricavato al sacerdote di San Damiano perché riparasse quella chiesina. Pietro di Bernardone diventò furente; molti ad Assisi furono solidali con quel padre che vedeva tradite le proprie aspettative: Francesco nella sua eccessiva generosità poteva essere interpretato come uno che dava sintomi di squilibrio mentale e così sicuramente lo intese il padre.
Il padre cercò, all'inizio, di allontanare Francesco per nasconderlo alla gente. Poi, vista la sua incapacità di fronte all'irriducibile "testardaggine" del figlio, decise di denunciarlo ai consoli per vietarlo e privarlo, non tanto per il danno poco costoso subito, quanto piuttosto con la segreta speranza che, sotto la pressione della punizione della condanna dalla città, il ragazzo cambiasse atteggiamento.
Il giovane, però, si appellò ad un'altra autorità: fece ricorso al vescovo. Il processo si svolse così nel mese di gennaio (o febbraio) del 1206, all'aperto, sulla piazza di Santa Maria Maggiore, davanti al palazzo del vescovo; «tutta Assisi» fu presente al giudizio.
Francesco, non appena il padre finì di parlare, « non sopportò indugi o esitazioni, non aspettò né fece parole; ma immediatamente, depose tutti i vestiti e li restituì al padre [...] e si denudò totalmente davanti a tutti dicendo al padre: "Finora ho chiamato te, mio padre sulla terra; d'ora in poi posso dire con tutta sicurezza: Padre nostro che sei nei cieli, perché in lui ho riposto ogni mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza". »
Francesco diede così inizio ad un nuovo percorso di vita. Il vescovo Guido lo coprì pudicamente agli sguardi della folla (pur non comprendendo a pieno quel gesto plateale). Con quest'atto di manifesta protezione si volle leggere l'accoglienza di Francesco nella Chiesa."

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